Sprofondare nel più luccicante e ritmato Teatro di Varietà: al Martinitt è possibile

Di Marta Calcagno Baldini

Categoria Recensioni

Pubblicato Novembre 16, 2022

Lo spettacolo in scena nell'ex orfanotrofio di Milano e prodotto da Maria Laura Rodomonte è un omaggio al teatro di rivista, genere nato negli anni Venti anche per deviare la censiura politica idietro a un tono scanzonato e ilare

Gli elementi ci sono tutti: la scala, le soubrette, il corpo di ballo, la trama esile, e poi le mille luci, i costumi sgargianti, i pennacchi: ne “La Grande Occasione”, spettacolo di Claudio Pallottini da un’idea di Maria Carla Rodomonte (anche attrice), diretto da Marco Simeoli, in scena al Teatro Martinitt fino al 27 novembre, si passano 2 ore come capitati per caso in un’altra epoca, ovvero quella del più autentico Teatro di Rivista. Sì, proprio quello di Wanda Osiris, e poi Renato RascelWalter Chiari, fino alla prima Sandra Mondaini. Un’epoca che raggiungerà il suo culmine e allo stesso tempo si concluderà trasformandosi nella “Commedia Musicale” di Garinei&Giovannini. Una forma di spettacolo che nasce nei primi anni Venti come a riempire l’assenza necessaria di satira politica per le regole fasciste in voga, e si evolve e continua fino agli anni ’50.

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“La Grande Occasione”, credit @Teatro Martinitt

Al Martinitt tutti gli 11 attori e i 9 ballerini e ballerine ricreano, sulle musiche di Pino Perris e le coreografie di Maura Paparo, uno spetatcolo di grande attrattività e attenzione storica attento ai veri ingredienti del teatro di varietà, ma lasciando entrare da una fessura anche la società contemporanea. E quindi, tra le soubrette e il corpo di ballo che scendono abilmente dall’immancabile scalone (cambiando costume ogni scena! costumi di Graziella Pera), tra il capocomico, Mimmo Mignemi, che si preoccupa che tutta la macchina scenica funzioni, e il primo attore, Stefano Masciarelli, che è ben più interessato al successo dello spettacolo che alle sorti sentimentali della sua fidanzata (la Rodomonte) se queste possono portare aiuti alla produzione, si consuma uno spettacolo di teatro nel teatro condito da vicende umane a metà l’opportunità e la passione.

Le scenografie di Alessandro Chiti in movimento immergono il pubblico a tratti nei camerini degli attori e poi di nuovo nel pieno dello spettacolo, creando un quadro storico dettagliato e colto del momento storico in cui si ambienta la trama.  A tratti , però, la compagnia rompe anche il velo dell’illusione e ci riporta ai tempi odierni: emerge un cellulare e si parla di whatsapp, si canta “Matherial Girl” di Madonna (altra epoca rispetto a quella trattata), o si accenna all’inglese maccheronico di Renzi e Conte. Perché infondo, il tema su cui è incentrato “La grande occasione” e su cui scorre l’esile trama intorno a cui ruotano i vari numeri e coreografie di volta in volta, è un’abitudine che da sempre esiste nel mondo, dell’arte e non solo: quello dei privilegi politici, attratti fatalmente dai lustrini e la porporina del palcoscenico. La nuova prima attrice infatti, la Rodomonte, è corteggiata da un ministro che l’ha vista in scena e se ne è innamorato. Aldilà di qualsiasi comportamento morale, è la compagnia stessa che vorrebbe gettarla tra e braccia dell’aspirante premier (che non compare in scena, la sua presenza è solo evocata) per avere in cambio ancora più successo e notorietà.

“La grande occasione”, credit @Teatro Martinitt

Tra numerosi balli, i consigli della sarta tuttofare (una grande Fioretta Mari), le tensioni del capocomico e le speranze delle ballerine, quello che resta, oltre alla soddisfazione nell’assistere ad uno spettacolo dinamico, difficile e ben realizzato, è anche la consapevolezza che infondo gli esseri umani sono sempre uguali e cambiano le epoche, ma non i problemi. Tutti pronti a cogliere, a qualunque costo, “La grande occasione”.

Info.
TEATRO/CINEMA MARTINITT Via Pitteri 58, Milano. Telefono 02/36580010, Whatsapp 338.8663577, info@teatromartinitt.it, www.teatromartinitt.it.

 Orari biglietteria: lunedì-sabato, 10.30-21; domenica 14-21. Parcheggio interno gratuito.

 Biglietti prosa: intero 26 euro; 18 euro over 65 e 16 euro under 26. Abbonamenti a partire da 65 euro.

Durata: 2 ore intervallo incluso

Spettacoli: prima settimana venerdì-sabato ore 21, domenica ore 18; seconda e terza settimana martedì-sabato ore 21, domenica ore 18.

UN PO’ DI STORIA SUL MARTINITT:

Il Martinitt era un orfanotrofio: nasce, non nella sede attuale, addirittura nel 1531, quando Francesco Sforza offrì a Gerolamo Emiliani, protettore dei minori in stato di abbandono, una nuova dimora per i trovatelli della città di Milano. Lo stabile si trovava vicino all’oratorio di San Martino: da qui gli orfani presero il nome di Martinitt, piccoli Martini. Fin dalla fondazione dell’istituto venne riposta grande attenzione all’istruzione, che oltre all’italiano e la matematica comprendeva anche musica e canto, oltre alla messa in scena di rappresentazioni teatrali a carattere morale. Ecco perché anni dopo, nel 1932, fu inaugurato, insieme all’dierna sede dell’istituto in via Riccardo Pitteri 58, il teatro Martinitt, luogo dedicato esclusivamente all’intrattenimento educativo degli orfani, fungendo talvolta anche da sala cinematografica. Danneggiato dai bombardamenti subiti durante la Seconda Guerra Mondiale, il teatro fu successivamente ristrutturato, continuando così la sua attività fino alla metà degli anni Settanta. Per per quasi venti anni la struttura è rimasta chiusa e abbandonata, cadendo in disuso. Grazie all’Associazione degli ex Martinitt, che vede tra le sue fila anche nomi illustri e che, grazie ai suoi 2mila soci, tra ex Martinitt e amici, è impegnata in varie e molteplici attività di solidarietà e di mutuo soccorso, nel 2009-2012 il teatro è stato completamente restaurato. Da febbraio 2015, La Bilancia, società che gestisce la programmazione della sala, amplia la proposta culturale del Martinitt con il Cinema. Dal 2020, accanto al Teatro Cinema Martinitt, è stata aperta Arena Milano Est. Un’area di 2500 mq, con 800 posti disponibili, che da giugno a settembre ospita tanti eventi di cinema, teatro e stand-up.

Consigli per prima o dopo lo spettacolo

  • La Balera dell’Ortica

    immancabile luogo di ritrovo per la città, la Balera offre una cucina di piatti ispirati alla tradizione italiana, passando dalla Romagna (paese d’origine della mamma Rita, moglie del signor Antonio, gestori della Balera) all’Abruzzo (paese di origine di Antonio) senza dimenticare le sfumature Lombarde. Trattoria aperta solo per cena dal Martedì al Sabato solo la sera. Orario: dalle 20.00 alle 00.00. Servizio cucina chiude alle 22.30, lunedi chiuso. Tutte le Domeniche con il “Branzo” (Il pranzo con la B di Brunch).

    Indirizzo: Via Giovanni Antonio Amadeo, 78, 20134 Milano

    Telefono: 0270128680

    Website: https://www.labaleradellortica.com/

  • Oveja Negra

    Il ristorante è intimo e caldo. Propone cucina rigorosamente spagnola, concentrandosi su tapas e paella. Lo chef è catalano e ama rendere unici tutti i suoi piatti con un tocco personale e creativo, preparando tutto al momento. Anche la sangrìa è fatta in casa e il tipico Orujo Hierbas, è sempre di loro produzione.

    Indirizzo: Via Ortica, 8, 20134 Milano

    Telefono: 3755232802

    Website: https://www.ovejanegramilano.it/

  • La sala del vino

    Si tratta di una piccola enoteca con cucina dotata anche di uno spazio esterno. In un ambiente intimo e curato si può trovare una buona scelta di vini e di piatto. Da l’antipasto di Acciughe del Mar Cantabrico, pane tostato e burro, fino al Calamaro alla plancia, colatura di alici e crema di ceci o la Battuta di piemontese al coltello, senape in grani e capperi di Pantelleria o le tagliatelle ai finferli e crema di porcini o l’ombrina alla crema di topinambur e cavolo riccio (prezzi dai 6 euro per antipasto di Frisa di stracciatella e pomodorini confit ai 17 per l’Entrecote di manzo, crema di castagne e misticanza.

    Indirizzo: Via S. Faustino, 1, 20134 Milano

    Telefono: 0235983275

    Website: https://www.lasaladelvino.it/

  • Trattoria la Cappelletta

    Si chiama così perché si trova proprio davanti ad una cappelletta adorativa per la Madonna. Ristorante classico di quartiere, ospita pubblico di ogni genere. Da chi parla in milanese ai galleristi (rimasti) della vicina via Ventura. Offre la specialità del gnocco fritto e la pizza al trancio. Pasta fresca di loro produzione e carne e pesce alla griglia. Chiuso lunedì e sabato a pranzo.

    Indirizzo: Via Carlo Bertolazzi, 26, 20134 Milano

    Telefono: 022151456

    Website: https://www.trattorialacappelletta.it/

  • Trattoria Sole

    Si chiama “Trattoria Sole” perché si scorge lo stabile che ora ospita il ristorante in questione in un fotogramma del film di De Sica “Miracolo a Milano” (del 1951): la scena è quella del raggio luce che scalda per pochi secondi la folla povera e infreddolita. Aarredi vintage cercati con cura e rigore, per sprofondare in quella Milano periferica di cui racconta il film, per gustare ricette della tradizione milanese ma non solo: fusilli al pesto, riso freddo con tonno e capperi, o fusilli con crema al radicchio rosso. Per passare al roast-beef con olio e rosmarino, o alla torta rustica con merluzzo, broccoli e zucchine. Insomma la tradizione lombarda si unisce a quella regionale italiana con spazio per tocchi di fantasia e ispirazioni da tutto il mondo.

    Indirizzo: Via Carlo Valvassori Peroni, 41, 20133 Milano

    Telefono: 022364182

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